Si produce coagulando il latte con il caglio. La cagliata successivamente viene filata gettandovi sopra acqua calda. Prima della filatura la pasta è manipolata a lungo con una tecnica simile a quella usata dai panettieri per impastare il pane. Grazie a questa lunga manipolazione il formaggio durante il consumo tende a sfogliarsi in bocca.[4] La salatura avviene in salamoia satura. Richiede una stagionatura di almeno dieci giorni e fino a un mese per il fresco, tre o quattro mesi per il semistagionato, oltre per lo stagionato.[3]
La produzione della provola dei Nebrodi nacque originariamente nella zona di Floresta per poi diffondersi in tutto il territorio dei monti Nebrodi in provincia di Messina.[5] La zona di produzione include i comuni di Ucria, Montalbano Elicona, Basicò, Floresta, Tortorici, Patti, San Piero Patti, Librizzi, Galati Mamertino, Alcara Li Fusi, Roccella Valdemone, Tripi, Mirto, Longi, Castell'Umberto, S. Teodoro, Naso, S. Fratello, Caronia, Cesarò, Capizzi, Mistretta, Santa Domenica Vittoria, Raccuia.
La Provola dei Nebrodi con decreto dell’Assessorato dell’Agricoltura e delle Foreste del 28 dicembre 1998, pubblicato sulla G.U.R.S. n. 6 del 6 febbraio 1999 ha ottenuto il riconoscimento, nell’ambito dei prodotti a base di latte, come prodotto storico fabbricato tradizionalmente.